Nuova Riveduta:

Giobbe 40:1

Giobbe riconosce di essere indegno
(Gb 38:1-3; 42:1-6)
Il SIGNORE continuò a rispondere a Giobbe e disse:

C.E.I.:

Giobbe 40:1

Il Signore riprese e disse a Giobbe:

Nuova Diodati:

Giobbe 40:1

L'Eterno continuò a rispondere a Giobbe e disse:

Riveduta 2020:

Giobbe 40:1

L'Eterno continuò a rispondere a Giobbe e disse:

La Parola è Vita:

Giobbe 40:1

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La Parola è Vita
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Riveduta:

Giobbe 40:1

L'Eterno continuò a rispondere a Giobbe e disse:

Ricciotti:

Giobbe 40:1

Prese allora a parlare il Signore a Giobbe dalla procella e disse:

Tintori:

Giobbe 40:1

Dio invita ironicamente Giobbe a governare il mondo
Allora Dio parlò di nuovo a Giobbe dal turbine, e disse:

Martini:

Giobbe 40:1

Dio riprende Giobbe, perchè pareva che avesse intaccata la sua giustizia: gli fa vedere la sua potenza in Beemoth, e in Leviathan, e gl'impone silenzio.
E il Signore rispose a Giobbe di mezzo al turbine, e disse:

Diodati:

Giobbe 40:1

E il Signore parlò di nuovo a Giobbe dal turbo, e disse:

Commentario abbreviato:

Giobbe 40:1

Capitolo 40

Giobbe si umilia davanti a Dio Giob 40:1-5

Il Signore ragiona con Giobbe per mostrare la sua giustizia, la sua potenza e la sua saggezza Giob 40:6-14

La potenza di Dio mostrata in Behemoth Giob 40:15-24

Versetti 1-5

La comunione con il Signore convince e umilia efficacemente un santo e lo rende felice di separarsi dai suoi peccati più cari. C'è bisogno di essere convinti e umiliati a fondo per prepararci a ricevere delle liberazione straordinarie. Dopo aver dimostrato a Giobbe, con la sua manifesta ignoranza delle opere della natura, quanto fosse incapace di giudicare i metodi e i disegni della Provvidenza, Dio gli pone una domanda convincente: "Colui che contende con l'Onnipotente lo istruirà? Ora Giobbe cominciò a sciogliersi in un dolore divino: quando i suoi amici ragionavano con lui, non cedeva; ma la voce del Signore è potente. Quando verrà lo Spirito di verità, egli convincerà. Giobbe si arrende alla grazia di Dio. Si riconosce colpevole e non ha nulla da dire per giustificarsi. Ora è consapevole di aver peccato e per questo si definisce vile. Il pentimento cambia l'opinione degli uomini su se stessi. Giobbe è ora convinto del suo errore. Chi è veramente cosciente della propria peccaminosità e della propria bassezza, non osa giustificarsi davanti a Dio. Egli si rende conto di essere una creatura povera, meschina, sciocca e peccatrice, che non avrebbe dovuto pronunciare una sola parola contro la condotta divina. Un solo sguardo alla natura santa di Dio avrebbe atterrito il più tenace dei ribelli. Come potranno dunque i malvagi sopportare la vista della sua gloria nel giorno del giudizio? Ma quando vedremo questa gloria rivelata in Gesù Cristo, saremo umiliati senza essere terrorizzati; l'abnegazione si accorda con l'amore filiale.

Riferimenti incrociati:

Giobbe 40:1

Giob 38:1; Sal 50:3,4; Eb 12:18-20; 2P 3:10-12

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